La Grigna e il ricordo di un amico, Marco Anghileri, impossibile da dimenticare. Di Ivo Ferrari
Sono passati poco più di 7 mesi da quando Marco Anghileri se n’è andato. Di solito si dice che il tempo lenisce le ferite. E, in questo tempo che tutto dimentica e tutto brucia, sembrerebbe ancora più facile lasciarsi qualsiasi cosa alle spalle, e consegnare all’oblio i ricordi. Non per Ivo Ferrari, perché non tutto si può dimenticare.
“Oggi sono stato in Grignetta, conosco queste guglie. Oggi sono stato in Grignetta e ho incontrato gente, persone conosciute e visi sconosciuti, all’ombra la roccia fredda, al sole il caldo degli appigli, ma da tempo, poco e tanto tempo incontro sempre il “vuoto”. Il cellulare non squilla più. Le idee strane, pazze, contorte e fantastiche si sono fermate. Come un computer non riesco più a connettermi, vorrei ma non mi riesce.
Scalo e consumo un’infinità di metri, da solo e in compagnia, mi diverto da sempre, ma qualcosa è cambiato e non mi riesce di capirlo… c’è un vuoto nella gente che incontro, nei discorsi alla base delle guglie, negli amici che conosco e in quelli che vorrei conoscere. Un vuoto nell’aria… I sogni non sono sfumati, hanno semplicemente perso il colore, e la colpa penso sia Tua, che hai spento la luce nei tuoi meravigliosi occhi, che hai spento la luce nei nostri occhi…
Sarebbe facile dire “mi manchi”, sì, perché è una frase semplice, risolutiva e facile da dire, ma non è vero, no! perché non mi manchi… CI MANCHI!
Oggi sono stato in Grignetta, tanta gente, tanti odori e profumi, bambini, mamme e papa, rocciatori e tranquilli camminatori, sudore e fatica… l’autunno che anticipa l’inverno, stagione magica e forte… guglie, torri e campanili e un vuoto dentro… Marco quanti sogni…”
Ivo Ferrari
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