Il racconto di Gabriele Bagnoli che in una settimana ha salito Uragano Dorato D15 a Bus del Quai e Invocation D14+ nella falesia di drytooling Tomorrow’s World in Dolomiti

Mercoledì 22 maggio, data inusuale per l’arrampicata con le piccozze ma con la continua pioggia incessante che non permette di aprire la stagione di scalata a mani nude decido di fare una bella sessione di Dry-Tooling al Bus del Quai.

Ovviamente provo la linea più intensa liberata a marzo dal forte climber dell’esercito Filip Babicz: Uragano Dorato D15 in DTS(Dry Tooling Style). Tre lunghezze per un totale di 50 metri con singoli passi aggettanti e lunghi in puro stile DTS (no figure 4) che detta la difficoltà sommata anche alla resistenza necessaria dovuta alla complessiva lunghezza del tiro.

Avendo fatto un giro flash sulla prima parte nel giorno dell’evento organizzato dal plurispecialista di montagna Matteo Rivadossi, creatore della falesia e dalla “Banda del Quai”, ed un giro completo nel sabato precedente, parto per un viaggio su questa stupenda via che per ora resta la più bella linea di dry da me salita.

Tre assicuratori di eccezione ai quali posso solo fare un enorme ringraziamento: Marco Verzeletti, Vincenzo Valtullini e Sarah Haase, insomma la “Banda del Quai”, all’appello mancava solo Daniele Frialdi.

Salito con sole due corde ho dovuto fare una manovra di recupero all’altezza della prima sosta, forse un po’ dispendiosa di energie ma utile per evitare attriti ed agevolarmi le moschettonate successive per poi usare la seconda corda solo nell’ultima lunghezza. Il tempo necessario per salirla è comunque sembrato un’infinità e tuttora non saprei quantificarlo ma credo sia stato doveroso scalare questa linea senza alcuna fretta così da assaporare a pieno tutti i passaggi duri e lunghi cercando di minimizzare gli sprechi.

Infatti nei giorni successivi il mio fisico ha risentito degli effetti della lunga durata della prestazione e delle fatiche però ripagate dalla soddisfazione nell’aver alzato l’asticella del grado ma soprattutto il concretizzarsi della possibilità di salire vie di questa intensità e bellezza.

Appena smaltita l’adrenalina per la realizzazione, con i pochi giorni di permesso dal lavoro, ecco che si riparte per le Dolomiti alla volta della falesia dolomitica “Tomorrow’s World” di Tom Ballard. Dopo un veloce passaggio da Arco a ritirare le piccozze rinforzate e le nuove becche che il progettista e amico Stefano Azzali mi ha permesso di testare, tutto è pronto!

Nella domenica della stessa settimana in compagnia del giovane atleta della nazionale statunitense IWC Liam Foster che lo stesso giorno sale A line above the sky D15 e dell’amico Matteo Pilon che mi assicura, mi rimetto su Invocation D14+ e dopo un giro di ispezione delle prese e dei movimenti ecco che arriva la ripetizione!

Provato nel gennaio 2018 con l’amico Babicz, ero consapevole della difficoltà della così breve ma alquanto intensa linea che per questo vanta solo due ripetizioni, la prima da chi l’aveva chiodata, il climber polacco Dariusz Sokolowski e la seconda da Tom Ballard che aveva stabilito il grado D14+.

Insomma una chiusura di settimana e di stagione di Dry con il botto che mi spinge alla continua ricerca del miglioramento personale e nonostante il lavoro e il poco tempo a disposizione riprova che la passione porta sempre a raccogliere i frutti delle fatiche, mai sprecate ma sempre e solo desiderate in nome dell’amicizia e del Dry tooling!

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Gabriele Lele Bagnoli